I nomi sono stati cambiati, ma non è difficile risalire a quelli veri.
Quasi casualmente ho trovato impiego presso un locale thailandese specializzato in sexy show in qualità di grafico per menu, volantini, biglietti da visita. Ho fatto per un po' il braccio destro del boss e ho contribuito a rendere più performante il famigerato Ping Pong Show, in cui si può assistere, tra le altre cose, ad una ragazza che, tramite cerbottana, spara dardi dalla vagina centrando palloncini tenuti in mano dagli spettatori.
Quasi casualmente ho trovato impiego presso un locale thailandese specializzato in sexy show in qualità di grafico per menu, volantini, biglietti da visita. Ho fatto per un po' il braccio destro del boss e ho contribuito a rendere più performante il famigerato Ping Pong Show, in cui si può assistere, tra le altre cose, ad una ragazza che, tramite cerbottana, spara dardi dalla vagina centrando palloncini tenuti in mano dagli spettatori.
La
vagina è il vero motore propulsore di Phuket e di una fetta
consistente del turismo in Thailandia: uomini di mezza età alla
ricerca spasmodica di quell'umido condotto in grado di accogliere
generosamente il pene, fiumi di ragazze che la offrono in cambio di
qualche migliaio di baht da spedire a casa o per accedere
all'agognato mondo dei consumi. La vagina è anche protagonista degli
spettacolari freak show, vero must
di ogni turista in Thailandia insieme alle paradisiache spiagge
tropicali, alle immersioni nella barriera corallina e agli incontri
di Thai boxe: tutti ottimi alibi per giustificare una lunga
permanenza nella terra dei Sorrisi celando le vere ragioni del
viaggio.
Tra un numero e l'altro le spogliarelliste sculettano
svogliatamente intorno ai pali da lap dance o abbordano clienti
scroccando consumazioni. Non disdegnano nemmeno appartarsi con loro,
a pagamento perché mica sono delle benefattrici.
le ragazze del Corsair
Voglio
raccontarvi la mia esperienza al Corsair, locale nel centro della
Bangla Road, a Patong, il quartiere della perdizione di Phuket. In
questo reportage troverete informazioni utili su come si gestisce un
Ping Pong Show, quali sono le maggiori problematiche con i clienti e
con i procacciatori di clienti e, infine, come ci si fa fregare da un
agente birmano truffaldino che doveva assoldare una ventina di
ragazze, ma poi si è dileguato coi soldi.
Dopo aver
girovagato per la Thailandia ed essermi spaparanzato per un mese
nelle paradisiache spiagge di Koh Tao con un amico, Giovanni, sono
approdato a Phuket. Eravamo bisognosi di soldi e lui disponeva dei
contatti di questo locale nel quartiere a luci rosse ove ci siamo
proposti come giocolieri. Il boss si è dimostrato disponibile e
interessato alla nostra performance anche se dopo qualche
spettacolino sulla walking street ci siamo umilmente resi conto che
la giocoleria tradizionale a Patong desta lo stesso interesse che la
lettura di Cesare Pavese in un Istituto Professionale. il boss
Ciò che non funzionava al Corsair era la comunicazione,
ferma all'età della pietra. Il locale era stato preso in gestione da
qualche mese e mancavano i clienti: c'erano una caterva di aspetti da
curare e da migliorare. Insomma, si trattava di uno splendido terreno
fertile su cui lavorare: come attirare turisti, quali strategie
comunicative adottare, come migliorare gli show delle ragazze? Ci
siamo proposti di aiutare Johnny, il boss, apportando tutto il nostro
know how occidentale.
Abbiamo cominciato a partecipare alle riunioni dello
staff, ad analizzare i libri contabili e capire cosa sta dietro ogni
cosa. Non ci abbiamo messo molto a scoprire che questo mondo è
caratterizzato dal riciclaggio del denaro con consistenti
partecipazioni della malavita italiana con decine di proprietà
praticamente non utilizzate. Decine di milioni di baht per comprare
case e neanche una in affitto. Un italiano, M., deteneva il 49 % del
Corsair. Per legge in Thailandia il 51 % deve restare nelle mani di
un autoctono.
M.
non è un pezzo grosso della malavita organizzata, ma dopo una veloce
carriera e un passo falso (una rapina fallita), da Napoli è stato
spedito in Thailandia, gli sono state intestate delle proprietà e in
questo mondo di papponi e puttane sguazza come un maiale nel porcile.
Ogni tanto arriva qualche pezzo grosso e lui gli procura una
residenza dotata di tutti i comfort. E per tutti i comfort si intende
anche la ragazza dentro. Gli investimenti in Thailandia sono stati
fatti senza alcuna logica: appartamenti all'interno di residence,
hotel, go go bar. M. è un peso per Johnny, ma ha messo buona parte
dei soldi per acquisire il Corsair e ha almeno il diritto di essere
ascoltato.
un volantino
Johnny, il boss, è una persona come si deve. Gestisce
un bordello, sconfina in Birmania per procurarsi le ragazze da
avviare al mondo della prostituzione, allunga migliaia di baht al
mese alla polizia perché chiuda gli occhi su certe sottigliezze e
invece di pagare in contanti preferisce metterti a disposizione un
paio di spogliarelliste, ma in questo posto i metri di giudizio sono
differenti. Ad aiutare Johnny c'è il figlio, un taciturno ragazzo
sulla ventina incaricato di mettere la musica durante gli spettacoli.
In Thailandia gestire un locale dove le ragazze si prostituiscono è
un'attività come le altre, come vendere tappeti o amache.
Un'attività a gestione familiare.
A
lavorare in Thailandia ti rendi conto quanto siamo carichi di pudori
e di pregiudizi frutto della castrante morale cristiana. Qua le
ragazze non sono considerate prostitute ma libere professioniste e
una fetta consistente della popolazione femminile nella fascia d'età
dai 18 ai 30 anni è dedita a questo lavoro. Se in diversi paesi
industrializzati, con l'avvento del benessere, la prostituzione è
calata qua c'è stato un vero e proprio boom. In una società
realmente flessibile e non castrata da dettami religiosi, il sesso è
un modo lecito per arricchirsi.
Il cliente
che vuole portarsi a casa una ragazza deve pagare il locale: 700
baht. Per risarcirlo del momentaneo saccheggio, poi sta a lui
trattare per SHORT TIME o LONG TIME. Il long time può durare giorni.
Di questi 700 baht pagati per liberare la ragazza, 200
finiscono nelle sue tasche. In questo modo il locale spinge le
ragazze ad intrattenersi coi clienti. Le trattative per la
prestazione sono riservate.
un cartello della Bangla
Il prezzo?
Tutto è personalizzato e frutto di trattative in Asia. Raro ma non
impossibile che la ragazza non chieda nulla tranne i soldi della sua
momentanea "liberazione". C'è da dire che le ragazze
thailandesi sono abili manipolatrici. Sanno lavorare a lungo per fare
innamorare il pesce di turno e spesso, mostrando dedizione e affetto
(nonché la proverbiale abilità a letto), riescono a fare breccia
nel cuore dello sprovveduto farang. Inutile dire che il loro
obiettivo è giungere a ciò che spesso sta molto vicino al cuore: il
portafogli. In giro per la Thailandia è facile incontrare anime
perse che vagolano come zombie, senza più sangue perché tutto gli è
stato risucchiato da qualche angelo incontrato in un go go bar.
Nel locale
le ragazze non ti assalgono, devi offrirle prima da bere (prezzo
fisso 200 baht, di cui 50 vanno alla ragazza). Se non le gusti te lo
sogni che ti vengono a chiedere un drink, a meno che tu abbia
quell'espressione caratteristica di quelli col portafoglio gonfio e
tanta disinvoltura nel distribuire soldi. In questo caso anche se sei
storpio sarai attorniato da un nugolo di ninfette pronte ad
accarezzarti o schiaffeggiarti con le tette a seconda del bisogno.
Ci
sono ragazze (poche) che solo eccezionalmente si appartano con i
clienti, altre che puntano solo su quello e si appostano all'ingresso
attivando il radar per individuare i più danarosi. Nel locale tutto
sommato si divertono. Parlare di sfruttamento, almeno al Corsair, mi
sembra eccessivo, ma è un concetto difficile da capire qua da noi.
L'alcool, anche se annacquato, scorre a fiumi e alle tre di notte,
quando si chiude, spesso si è tutti sbronzi a ridere e scherzare. Le
ragazze ancora presenti, terminato il lavoro, vanno in discoteca per
ballare o arrotondare ulteriormente. Anche il boss ogni tanto
elargisce qualche regalo inserendo una banconota da 100 baht nelle
mutande. Loro squittiscono.
lady boy della Bangla
Un buon Ping Pong Show prospera grazie ai freelancer
thailandesi o farang che attirano clienti nel locale. Questi
possono appostarsi in strada con fotografie eloquenti, l'elenco degli
spettacoli o vendendo dei ticket con i quali si ha diritto ad una
consumazione a caro prezzo. Se si entra accompagnati da un
freelancer, allora questi ha il diritto di consegnarti un suo menu
con i prezzi degli alcolici maggiorati in modo tale che sembra di
trovarsi all'Imperial Palace di Santa Margherita Ligure, non in
Thailandia. Loro si intascano la differenza tra il costo fisso del
drink secondo il locale e quello che pagano i clienti. I freelancer
dispongono di svariati menu. Se conducono nel locale dei giapponesi
sanno che possono osare e consegnano loro menu in cui una birra costa
700 baht, se portano degli squattrinati allora un menu
in cui una birra costa 300 baht; se portano degli indiani
probabilmente non riusciranno a guadagnare nemmeno un baht. Secondo i
prezzi del locale la birra dovrebbe costare 200 baht.
I
freelancer hanno dei diritti solo sulla prima consumazione. Se i
clienti ordinano un altro drink viene loro consegnato il menu
ufficiale del locale. Alcuni menu
sono preparati direttamente dal freelancer, si tratta di sgorbi fatti
con Word. Mi ero proposto di realizzarne svariati, un minimo decenti,
con i prezzi indicatimi dai freelancer. Per ringraziarmi ogni volta
che entravo nel locale mi battevano dei cinque dandomi sonore pacche
sulla spalla.
Con la
mafia locale o la polizia corrotta funziona che questi entrano si
siedono, pagano il loro drink 100 baht, ma di resto gliene vengono
dati 1.000. Le cifre sono solo a titolo d'esempio. Pagare il pizzo
alla polizia costa, perché ci sono diversi tipi di poliziotti che
intascano tangenti. C'è anche una sorta di polizia turistica formata
da volontari. Volontari corrotti. Ci sono tante mafie a Phuket che
prosperano sul turismo, averne a che fare è d'obbligo per chi apre
un'attività.
Dopo una decina di giorni resto solo, il
mio amico mi abbandona. Doveva andare a letto con la ragazza che
spara pezzi di banana dalla vagina, Miao Miao, purtroppo per lui non
tutto è filato liscio.
Miao Miao
sul curriculum di artista del ping pong show scriverebbe che con la
vagina è in grado di aprire una bottiglia di coca cola e sparare dei
pezzi di banana direttamente in un cesto a tre metri di distanza.
Nei nostri
tips per rendere più performante lo show abbiamo suggerito una
maggiore interazione col pubblico. Finalmente la bottiglia una volta
aperta viene offerta ad uno spettatore, le banane invece di essere
prese al volo da una ragazza dello staff vengono raccattate con un
cesto da uno del pubblico che viene presentato e applaudito. Ecco
come abbiamo apportato il nostro know how e reso più performanti gli
spettacoli.
Una simpatica lavoratrice del Corsair
Una simpatica lavoratrice del Corsair
La ragazza è stata estremamente limpida nei suoi
intenti, l'ha indicato e ha detto boom boom. A casa di lei però
hanno assunto ya baa, mix di caffeina e metanfetamine molto
diffuso tra le lavoratrici del sesso. L'organismo di Giovanni non ha
retto l'impatto con una nuova sostanza psicotropa e si è ridotto in
stato vegetativo. Inutile dire che non è riuscito a soddisfare la
ragazza. I giorni successivi ha provato a chiamarla, ma lei non
rispondeva, ha provato a mandarle sms, ma lei... scomparsa. Non aveva
le forze per recarsi al Corsair e parlarci. Profondamente scosso, una
volta rinsavito, si è dileguato da Phuket ritirandosi su un'isola
tra la Thailandia e la Birmania, Ko Phayam.
Prima di
lasciare Phuket però le ha voluto scrivere un bigliettino, semplice
perché lei potesse capire: “Sorry for bad boom boom”, a cui ha
allegato una banconota 1000 baht e una pallina da giocoleria
trasparente. Tutto in un pacco regalo. Io ero incaricato di
consegnare i presenti a Miao Miao.
Faccio da
tramite e porto i 1000 baht alla ragazza, che dal punto di vista di
Giovanni erano un modo di dire “Paese che vai, usanze che trovi”.
Lei che non è una zoccola ma un'artista del Ping Pong Show, sembrava
essersi offesa, si lagnava come se stesse implorando di smettere a
degli aguzzini che le stavano crocifiggendo il gatto. Ma forse era
tutta una scena perché quei soldi se li è intascati. Quei soldi
hanno sconvolto un po' tutto perché in un attimo le ragazze erano
informate del gesto magnanimo. Se prima eravamo considerati loro
colleghi e venivamo trattati alla pari, quei soldi ci hanno messo su
un altro piano. Visto che Giovanni non c'era più, io ne ho pagato le
conseguenze.
Quella sera ero particolarmente alticcio perché
Johnny continuava a versarmi da bere, così non ho resistito al canto
delle sirene offrendo drink alle ragazze. Sono uscito a notte fonda
che ero cotto a puntino e col portafogli alleggerito. Volevo evitare
di andare a letto con le ragazze del Corsair per non mischiare
piacere e lavoro, così fuori dal locale si è avvicinata una
creatura angelica, una libera professionista inviata direttamente da
dio che, se esiste, di certo sa trovarti l'accompagnatrice giusta in
grado di farti perdere la testa.
Non ho
potuto fare altro che invitarla a casa, cioè nella confortevole
camera del residence, intestata all'italiano malavitoso, ove
alloggiavo. Ho optato per long time, per parlarci e conoscere
anche questa realtà delle freelance di Phuket. Diciamolo: sono
andato a troie solo perché sono un vero reporter e non uno di quegli
antropologi da ufficio. D'altronde, se stai una settimana a Patong e
non usufruisci dei servizi o ti viene l'orchite o l'ufficio turistico
ti preleva, ti mette di fronte ad un muro con un plotone di
esecuzione costituito da ragazze Thai, che prima intingono un dardo
nel curaro, poi te lo sparano dalla vagina con una cerbottana e ti
trafiggono il cuore. Muori all'istante.
Molte
ragazze vengono dalle campagne e per portare a casa dei soldi
trascorrono qualche settimana a prostituirsi. Lo fanno senza
nascondere questa attività che non ritengono sporca o da
vergognarsene, nel frattempo se la spassano in discoteca e si
sbronzano tutte le sere, prima durante o dopo aver lavorato. A
pagarle da bere è sempre un farang. Sono grate alla loro
bellezza perché possono vendere il loro corpo e fanno il lavoro con
la stessa dedizione con cui Emilio Fede difende Berlusconi. La
differenza sostanzialmente è che Emilio Fede è una puttana
monogama.
Ci siamo
seduti in un bar ove mi ha mostrato sullo smartphone le foto della
sua famiglia, con i genitori sorridenti nel villaggio dove vive,
vicino al confine con la Cambogia. Parlava l'inglese abbastanza bene.
Mentre eravamo seduti a bere e a chiacchierare mi sono sentito
cogliere da un momento di tenerezza, vedendola così bella e piena di
vita. In preda ad un fulmineo senso di inadeguatezza le ho detto che
le avrei dato dei soldi e poteva anche andarsene, che era stato un
piacere conoscerla, che mi sentivo un intruso nella sua vita. Lei ha
creduto però che non mi piacesse (“I'm fat, I'm ugly?”) e si è
rattristata. Ha detto che non li avrebbe accettati i miei soldi se
non dopo aver fatto sesso, poi mi ha guardato con degli occhi che
avrebbero fatto venire il diabete a Bambi. Era una ragazza furba e
preparata. Non è da tutte individuare i momenti opportuni in cui
posare la mano sul cazzo di un uomo nei locali pubblici. Sono cose
che possono farti perdere la testa.
“Ok,
andiamo da me che ho una camera affacciata su una piscina in un
residence di lusso”.
Ha insistito
che prendessimo un tuk tuk con la musica da discoteca a tutto volume
e che al 7 Eleven facessimo la scorta di birre. Una puttana
adorabile.
Nessuna
prostituta in Italia può offrire una esperienza così completa e
appagante, a nascondere così bene il fatto che dietro il rapporto ci
sia comunque una trattativa di soldi. Dolce, ricca di attenzioni, a
suo modo genuina. È come la ragazza del liceo che hai sempre
sognato, solo che disinibita e porca. Si può facilmente perdere la
testa dietro queste thai. Mentre cammini mano nella mano, ti senti
uno stronzo, ma guardandoti attorno ti accorgi che ad avere perso la
testa sono in tanti, tanti farang
stronzi mano nella mano con ragazze che popolano i sogni. Non mancano
clienti malandati o i vecchi. Ma se per noi un vecchio con una
ventenne da favola è da considerarsi patetico, quasi disgustoso è
perché, come dice giustamente Lawrence Osborne in “Bangkok”, i
vecchi sono chiamati a scegliere tra dignità, asessualità e
neutralità. In realtà la scelta non è loro, ma degli altri, perché
se fosse per loro – nel pieno delle loro facoltà mentali – si
regolerebbero diversamente. Vecchi sì, ma non asessuati. In
Thailandia c'è spazio per tutti, le ragazze non ritengono disgustoso
andare con un anziano che spesso è sinonimo di meno rogne.
Il fatto
che avesse splendide tette siliconate ed un enorme ed arrapante
tatuaggio gotico sulla schiena mi ha spinto a credere che fosse una
professionista e non l'ingenua ragazza proveniente dalla campagna per
racimolare un po' di soldi come diceva di essere. Era un dolce
inganno? Presentarmi le foto della sua famiglia era la sua strategia
di marketing per farmi perdere la testa dandomi l'idea della ragazza
della porta accanto, farmi innamorare e scucirmi soldi? Come faceva a
parlare così bene l'inglese? Mi sono venuti in mente quei finti
porno amatoriali che spopolano su internet: provini, feste del
college, incontri apparentemente casuali di sesso outdoor girati con
attori e attrici semi-professionisti. L'amatoriale vero è sporco,
peloso, imbarazzante nei dialoghi. Il successo di buona parte
dell'industria del sesso thailandese è dovuta a questa atmosfera di
dilettantismo fake
incarnata perfettamente dalle ragazze dei go go bar, e dal loro
richiamo rivolto a te, proprio a te: “sexy man, handsome guy!”
Il giorno successivo sono partito per Ranong per prendere lo
sgangherato battello per il Myanmar e ottenere un altro visto di 15
giorni: i visti sono un problema enorme per tutte le anime perse in
Thailandia. Poi ho raggiunto Giovanni sull'isola di Ko Phayam. Viveva
da eremita. Si era fatto crescere la barba come Tom Hanks in Cast
Away. Sull'isola erano in pochi; avevano l'elettricità solo 3 ore al
giorno e pioveva in continuazione perché era cominciata la stagione
monsonica. La marijuana circolava libera come la coca nei festini di
Lapo Elkann. Nel piccolo aggregato di bungalow stazionavano una
decina di rasta thailandesi dediti a fumare cylum e suonare la
chitarra tutto il giorno. Era un po' incazzato per la storia di Miao
Miao. Anche Giovanni non è portato per stare in quel mondo di
zoccole che è Patong, inoltre difficilmente gli ricapiterà
l'opportunità di finire a letto con un'artista del Ping Pong Show. È
un po' il sordido sogno di tutti sapere cosa può fare una ragazza
che con la vagina riesce a suonare un fischietto.
Dopo 2
giorni in condizioni precarie sono ritornato a Ranong in una guest
house con internet veloce a scrivere qualche articolo. Vivendo per un
po' a Ranong ho scoperto l'altra faccia della medaglia del mercato
del sesso thailandese. L'ho intuito dalle frasi dell'autista di tuk
tuk e dalla donna che gestisce la pensione. Qua si viene per young
pussy e come la maggior parte dei posti di frontiera è pieno di
traffici illegali. Aspettavo la telefonata del boss, ero in un limbo
con wi fi.
Quello che
volevo fare, la mia ultima missione in questa parte della Thailandia,
era accompagnare Johnny a recuperare le famose ragazze birmane
desiderose di essere avviate nel business della prostituzione.
Il primo tentativo di farle entrare fallì per dei problemi al
confine, ma questa volta sembrava tutto ok. Chiedo al telefono se c'è
rischio per la nostra incolumità, ma il boss mi dice di stare
tranquillo e di non portare droghe con me.
Alle 8 prendo un tuk tuk dalla guest house di Ranong e mi
faccio condurre al porto, dove partono i battelli per la Birmania.
Trovo Johnny e M. che sono partiti da Phuket la notte, chiuso il
Corsair. Si sono piazzati in un negozietto di telefonia. Noto un paio
di cellulari collegati alla presa della corrente. Johnny riceve una
telefonata, non risponde direttamente lui, ma la ragazza del negozio,
una splendida birmana che fa da centralinista e gli passa il
telefono.
Ogni tanto
Johnny si allontana, visibilmente su di giri. Sto con M. seduto ad un
tavolino. Credo che nemmeno lui abbia consapevolezza di quel che
succede, mi parla di pesce, che siamo a Ranong per acquistare del
pesce, dopodiché andremo a farci una scorpacciata a Phuket o in un
BBQ lungo la strada per farcelo grigliare. Non parla per metafore,
secondo me non ha le capacità intellettive per allontanarsi dalla
sua realtà. Si riferisce letteralmente al florido mercato del pesce
di Ranong. Alla fine, comunque, non porteremo a casa nemmeno un
gambero.
Va così
fino a mezzogiorno, poi Johnny torna e annunciando ”cheat
cheat”. Siamo forse stati truffati!? Il procacciatore di
Birmane non risponde più al telefono, si è volatilizzato. Ci sono o
non ci sono queste ragazze? Lo sa solo Buddha. Bisogna andare a Kaw
Thaung il piccolo villaggio al di là del confine per scoprirlo,
capire se alloggiano nell'unico albergo presente, ma è una
possibilità remota. Ovviamente devo andare io che sono al di sopra
di ogni sospetto, che posso permettermi un nuovo timbro sul
passaporto.
Faccio per
l'ennesima volta il viaggio del visa run sullo sgangherato battello
con altri farang in Myanmar strettamente per il prolungamento
di 15 giorni del visto. Come al solito trafficanti birmani cercano di
vendere valium e viagra. Molti acquistano in quanto i prezzi sono
concorrenziali. Vedo un americano che dà 5000 baht ad un tipo che
gli consegna una sfilza di confezioni di pasticche. Sarà valium o
viagra? Di certo lui è uno che vuole stare sveglio tutta la notte
oppure dormire come se non ci fosse domani.
A Kaw
Thaung telefono a Johnny, mi dice di recarmi nell'albergo del
paesino, entro nell'albergo. Ovviamente non c'è modo di comunicare
con la receptionist (dovrei chiederle se ci sono ospiti), chiamo
nuovamente Johnny, gliela passo. Parlano per alcuni secondi, poi lei
mi restituisce il telefonino. Johnny mi dice “Come back, come
back!”. Prendo il battello per tornare a Ranong, trovo Johnny e
l'italiano che mangiano del pesce adagiato su una foglia, me ne fanno
assaggiare un boccone. È piccante da stare male. Poi Johnny dice:
“No ladies maybe cheat”.
Torniamo a
Phuket, non siamo solo io, M. e Johnny, c'è anche un birmano.
Durante il viaggio per Phuket in auto c'è silenzio. Vorrei capire
chi è quel taciturno birmano che viene con noi. Lo scoprirò solo il
giorno seguente. E' il tipo che avrebbe dovuto motivare le ragazze
del Corsair. Un birmano di fiducia per le pollastrelle. Mi sto ancora
chiedendo perché sia venuto con noi nonostante l'assenza delle
ragazze (che sarebbero giunte separatamente con un pullmino), forse
per farsi un'idea del locale.
In Thailandia ogni abitazione, negozio o ufficio è dotato
di un suo mini-tempietto in cui vengono accesi incensi e piazzate
bottigliette di Fanta alla ciliegia. La Fanta è venduta ovunque e
più che bevuta è usata per scopi rituali. Ne trovi anche agli
angoli delle strade con inserita la cannuccia dentro. Sono delle
specie di ceri votivi. Un tempietto è presente anche all'interno del
Corsair. Le ragazze all'inizio del turno di lavoro congiungono le
mani, chiedono a Buddha che porti clienti con big money.
Un tempietto vicino al reparto birre in un supermercato di Phnom Penh (Cambogia)
Decine di ragazze ammiccanti gridano Hello Massaaaage, alcune quando
passi loro vicino precisano blow job, tipi insistenti
sventolano volantini di Ping Pong ed altri sexy show, autisti
propongono a squarciagola tuk tuk, taxi, motorini e ad ogni NO
rispondono “I know you, coca, marjiuana?”. So che si tratta di
truffe, ma questa è un'altra storia. Lady boy bellissimi sfilano per
la strada pubblicizzando qualche locale e si fanno scattare foto con
turisti che le palpeggiano; ragazze con cartelli russian girls
promettono il go go più focoso della Bangla.
Passiamo
di fronte al Christine Massage, grande come la Rinascente. All'inizio
credevo che fosse Christian massage, massaggi cristiani, anche se non
vuol dire nulla. Le ragazze, più di 50, sono sedute all'interno di
una specie di enorme vasca da acquario e hanno un numerino, più o
meno come a Miss Italia. Ci sono 3 fasce di prezzo in base alla
qualità. Quelle più care sono delle supermodelle. L'incontro dura
90 minuti, prima si fa il bagno assieme, poi ti massaggiano col loro
corpo nudo, poi... insomma, delle vere professioniste. Questi soapy
massage sono la “nuova” moda in fatto di sesso a pagamento, visto
che prendere una ragazza in un go go bar o in strada può riservare
spiacevoli sorprese e i costi sono sempre più elevati. Tra le
spiacevoli sorprese si annoverano furti nelle camere d'albergo e
negli appartamenti in affitto, spesso dopo essere stati drogati.
Pare che
siano i russi ed i giapponesi, sempre più numerosi, ad aver
rivoluzionato il mercato delle libere professioniste di go go bar e
discoteche. Un giorno, in uno di questi favolosi centri massaggi di
Bangkok, ho incontrato un italiano. Mi ha fatto notare come con la
stessa spesa in Italia si recava nei centri massaggi cinesi con la
speranza di trovare una ragazza che gli facesse una sega. Ha
giustamente precisato che secondo lui l'Italia fa parte del terzo
mondo.
Luci,
musica, cubiste praticamente ignude sulla strada; anche i camerieri
dei ristoranti ti prendono per il braccio per farti entrare. Una
ragazza ci segue per almeno 100 metri, conosce anche delle parole in
italiano: pompino, scopare. Tutto ciò non mi eccita più. Il
birmano sembra lontano anni luce da questo mondo, impermeabile.
Vorrei parlarci, sapere cosa ne pensa ma non conosce nemmeno una
parola d'inglese.
L'offerta di prostitute a Patong è nettamente superiore alla domanda. Per la Walking Street, Bangla Road, sono a centinaia schierate ai lati della strada e ammiccanti. Sono presenti anche nelle strade attigue, alcune sono dotate di motorello e vista l'assenza totale di mezzi pubblici a Patong (la mafia dei tuk tuk non gradisce la concorrenza) possono tornare molto utili per tornare a casa. Insomma, fanno servizio completo. Ti portano a casa e vengono con te in camera. A prezzi concorrenziali con i tuk tuk. Il problema è che sono molto insistenti e specialmente a tarda notte e tendono a seguirti per centinaia di metri, a passo d'uomo, con il loro motorello. “Where do you live? I come with you! Happy Hour”.
Il birmano
torna a Ranong la mattina successiva dopo avermi gentilmente donato
una lattina di tè e un panino al pesce da scaldare al microonde
acquistati al 7 Eleven. Io invece mi reco al Corsair, Johnny è
piuttosto scoraggiato, con questo affare delle Birmane hanno perso
decine di migliaia di baht, una maxi fregatura. “Sometime win,
sometime lose”, dice sconsolato col suo inglese maccheronico. Si
capisce che ora hanno le pezze al culo. Avevano anche fatto sistemare
alcuni appartamenti per ospitarle, investito migliaia di baht per
passaporti, analisi mediche. Tutto è stato trasferito al misterioso
agente truffaldino che è sparito coi soldi.
Con tutte le bellezze thai che ci sono perché puntare proprio sulle birmane? La giovane birmana può restare in Thailandia solo se ha un contratto di lavoro, altrimenti se non vuole fare la clandestina deve tornare nel suo paese tra gli stenti. Le birmane restano fino alla fine del contratto e saranno fedeli al posto di lavoro che consente loro di restare in Thailandia, la terra del bengodi. Qualunque cosa chieda loro il capo, queste difficilmente si rifiuteranno di farla, per paura di perdere il prezioso posto di lavoro. Prostituendosi prendono un bel po' di extra ed in un lustro hanno racimolato un capitale che al loro paese è oro. Possono tornare in patria ed aprire un'attività. O restare in Thailandia. La ragazza thai non è gestibile. Trova un farang che la riempie di soldi e non torna più a lavorare, trova un locale che la paga di più e cambia locale. Non si può fare affidamento sulla thai in Thailandia, è una Libera Battitrice (free ryder) nel vero senso della parola. Lo sfruttamento avviene essenzialmente sulle birmane e sulle cambogiane.
Il Corsair
sta andando a rotoli, non c'è mai anima viva. Noto una discussione
accesa tra un freelance e due clienti. Questi se ne vanno infuriati.
Hanno ordinato due birre, si sono visti recapitare il conto: 2000
baht. Ci sono un sacco di problemi ed il foreign manager, Lucho, un
quarantaseienne olandese fidanzato con una thai di vent'anni non fa
altro che bere birra e toccare il culo alle ragazze. Incassi
dell'ultima sera: 6.000 baht, per non andare in perdita bisogna
arrivare a 35.000 a sera (i conti li ha fatti Giovanni con una
giornata davanti ai libri contabili). Dritti di questo passo si va
verso la bancarotta.
A tutti i viaggiatori che decidono di trascorrere
qualche giorno nelle mete più gettonate del turismo sessuale capita
di incontrare gruppi di italiani sulla cinquantina dediti a Puttan
tour. Apparentemente non c'è nulla di più squallido, ma al di
fuori dei paesi mussulmani l'Italia è uno dei paesi al mondo dove è
più difficile scopare e com'è noto l'astinenza genera mostri.
Pagare per scopare è triste? Lo è forse pagare direttamente
perché gran parte delle nostre azioni e dei nostri sforzi per
guadagnare una posizione sociale sono mirati proprio a scopare.
Allora bando alle ipocrisie, fanculo alle ragazze che se la tirano
come se ce l'avessero solo loro e spazio al sesso a pagamento. Diamo
i soldi direttamente all'interessata senza passare per bar,
ristoranti, negozi di borsette, vestiti e ammenicoli vari! E l'amore?
Mesi trascorsi in Asia insegnano che da noi indubbiamente l'amore è
sopravvalutato. Qua sono molto più pratici. L'amore è uno
strumento efficace per fregare il farang danaroso. Lo
straniero in Thailandia tira anche perché si innamora. E chi si
innamora perde i freni inibitori nell'utilizzo della propria carta di
credito.
Foto realizzata a Pattaya tratta dal blog di Fabio Pulito
Foto realizzata a Pattaya tratta dal blog di Fabio Pulito
Per me era l'ultima sera al Corsair, l'italiano
malavitoso era particolarmente sbronzo e molesto. Voleva regalarmi
una ragazza per la notte. Da quello che mi ha raccontato, questa
ragazza gli doveva dei soldi che le aveva prestato per delle spese
mediche e lui poteva cancellarle il debito se si fosse prestata a
venire a letto con me. Non mi sembrava il caso di accettare, così ho
gentilmente declinato l'offerta. Non c'è stato nulla da fare, in
combutta con la ragazza thailandese che mantiene in cambio di questa
sensazione d'amore e di molto sesso mi ha fatto trovare una ragazza
davanti al residence, visibilmente incavolata per avermi dovuto
attendere tanto tempo. Neanche le presentazioni e voleva subito
trattare il prezzo per tutta la notte. Ma che razza di regalo è
questo?
Mi
spiaceva mandarla via, così ho acquistato una bottiglia di rum,
qualche Coca Cola ad un 7Eleven e siamo saliti in camera. Il suo
inglese era sufficiente per comunicare. Si chiama Nana, è una
freelancer che abborda farang in un bar defilato rispetto alla
Bangla. Le ho chiesto quanto avrebbe voluto per andarsene senza fare
sesso: 2.000 baht.
Stessa
cifra per stare con me tutta la notte. Era da giorni che facevo
economia ed ora si presenta questa gatta da pelare. Ho cercato di
farla ragionare, ma lei aveva l'argomentazione più forte: Se vai al
bar e prendi un caffè lo devi pagare, sia che lo consumi o meno.
- Non
credo proprio di piacerti, non vorresti fare a meno di fare sesso
con me e tornartene a casa o al bar e magari trovare altri clienti
big spender? - No, fare sesso è il mio lavoro!
- Pensi che sia matto se ti dicessi che vista la situazione e tutte le trattative annesse non mi va di fare sesso con te?
Non le
interessa se sono matto. Lei non giudica. Le vuole i soldi. Abbiamo
parlato a lungo, sembrava abbastanza coinvolta. Alla fine le ho
chiesto se si stava annoiando. Mi ha detto “molto”Ti do
500 baht, per favore puoi andartene? Di
malavoglia ha accettato, mettendosi la banconota tra le tette. Non
aveva niente con sé tranne le chiavi del motorino. Nonostante fosse
notte fonda invece di dormire sono andato a vedere se per caso era
ancora aperto il centro massaggi vicino al 7 Eleven, sempre pieno di
ragazze esuberanti pronte ad accompagnarti a casa. Qualche ragazza
pronta ad accalappiare farang era presente, anche se il
centro massaggi era chiuso. Il bello di Phuket è che sai che la
possibilità c'è sempre, come una via di fuga nei momenti di
difficoltà, sconforto e solitudine. Sono poche le cose che ti
tranquillizzano in questo modo.
La mia
avventura finisce qua. Ad un certo punto si ventila l'ipotesi che
Johnny vada personalmente a Pattaya a cercare delle ragazze per
l'apertura diurna del Corsair, che potrei seguirlo. Certo sarebbe un
viaggio memorabile. Ma alla fine non si fa nulla ed è da un mese che
passo le serate seduto nel locale a vedere, tra le altre cose, una
ragazza che si estrae due criceti dalla vagina. Decido di raggiungere
Giovanni sull'isola per qualche giorno, poi continuare il viaggio
verso la Cambogia.
Ci
metteranno parecchie settimane tutte queste ragazze a scomparire dai
miei sogni e dai miei incubi.
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